Cos’è la fitoterapia? Origini, applicazioni e approfondimenti
Origini e utilizzi della fitoterapia
Immaginiamo un uomo (o meglio una donna!) di tanti secoli fa, la cosiddetta Herbaria, con la necessità di guarire ferite, ridurre il dolore o placare la febbre: quali mezzi aveva a disposizione se non ciò che la natura offriva spontaneamente? Minerali, alcuni insetti, ma soprattutto le piante con le loro radici, foglie, frutti e semi: ecco da cosa era composta la prima, vera, farmacia dell’uomo.
Qualche esempio? Belladonna, stramonio, lavanda, petali di rosa, biancospino… Per curare, lenire, far innamorare, cacciare gli spiriti maligni, donare una serena morte: le piante erano autenticamente parte integrante della vita quotidiana degli esseri umani.
Ma anche oggi le piante rivestono un ruolo importante. Molti sono infatti i campi di azione della fitoterapia, come ad esempio:
- favorire il benessere delle vie respiratorie
- prendersi cura della salute di muscoli ed articolazioni
- favorire il riposo
- placare lo stress
Moltissime sono le piante usate: arnica e calendula dai vivaci fiori colorati, piantaggine ed edera, rosmarino e pino, spesso in formulazioni adatte anche ai bambini.
Cos’è la fitoterapia?
Cosa si intende quindi per fitoterapia? La fitoterapia, termine derivante dal greco che significa “cura con le piante”, è quella pratica che prevede l’utilizzo di piante (o di loro estratti) per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico. Si tratta di una branca della farmacologia che utilizza prodotti derivanti da piante.
È di fondamentale importanza comprendere quante e quali tipologie di fitoterapici esistono attualmente in commercio, ad esempio:
- Farmaci con principio attivo di derivazione vegetale, approvati dall’AIFA (agenzia italiana del farmaco) venduti in farmacia su presentazione di ricetta medica (es. farmaci a base di digitale per il cuore);
- Farmaci da banco e dispositivi medici a base di piante per disturbi di minor entità
(es. tosse, disturbi circolatori); - Integratori erboristici di libera vendita per mantenere uno stato di benessere psico-fisico e prevenire l’insorgere di fenomeni stagionali o degenerativi.
Omeopatia e fitoreapia sono la stessa cosa? Assolutamente no! L’omeopatia utilizza principi di origine naturali “diluiti e dinamizzati” secondo il principio “il simile cura il simile”. Un esempio: per trattare una puntura di insetto utilizzare Apis Mellifica diluita molte volte. È un meccanismo “vibrazionale”, non vi è principio attivo.
Integratori fitoterapici: una guida alla scelta
Orientarsi nella grande quantità di integratori presenti in commercio non è sempre facile. Venduti ovunque, proposti per ogni tipo di esigenza, in capsule, sciroppi, tisane…
Proprio per la vastità dell’offerta, è importante tenere a mente alcuni punti fermi:
- Non tutto ciò che è “naturale” fa bene o è innocuo (non per nulla molti personaggi letterari sono stati uccisi da piante velenose!) o è adatto a tutti indistintamente: molte piante usate negli integratori possono causare allergia nei soggetti predisposti (es. betulla, ortica);
- È possibile l’interferenza con i farmaci assunti per le terapie croniche: il biancospino con farmaci per il cuore, il cranberry con gli anticoagulanti (sono solo alcuni esempi tra molti);
- Spesso le confezioni sono “anonime”, è difficile scegliere il prodotto perfetto per le proprie esigenze e la giusta somministrazione giornaliera senza l’aiuto di un esperto;
- Le giuste “aspettative”: il ruolo dell’integratore è mantenere il corretto stato di salute, fare prevenzione o accompagnare un trattamento farmacologico, non curare!
Inoltre, se per produrre un farmaco a base vegetale viene estratto il principio attivo responsabile dell’azione terapeutica, nell’integratore fitoterapico si è soliti utilizzare il fitocomplesso, ossia il principio attivo e l’insieme delle sostanze a cui esso è associato nella pianta: enzimi, resine, amidi, etc.
Di per sé questo è un aspetto positivo perché queste sostanze “ausiliarie” modulano l’azione: ad esempio la presenza di tannini nella pianta del rabarbaro rende l’azione lassativa più blanda di quella della senna.
Tuttavia, è sempre importante conoscere il titolo, ossia quanto principio attivo è contenuto in un integratore per essere certi dell’effetto desiderato.
Del resto, la natura ha una sua variabilità: clima, terreno, ore di luce, che conferiscono alla stessa specie vegetale una biochimica differente. Questo significa che un’arnica coltivata in Spagna o cresciuta spontaneamente in Germania può contenere principi attivi in quantità differentee dare origine, in produzione, a gel di diversa efficacia.
Un consiglio: al momento dell’acquisto “in autonomia” di un fitoterapico, è importante ricordarsi di cercare sempre in etichetta l’indicazione del titolo: la sua presenza è indice di accuratezza nella formulazione e produzione.
La letteratura scientifica è ormai ricca di studi che comprovano l’efficacia e la sicurezza della fitoterapia, ma per avere buoni risultati è fondamentale:
- Scegliere il rimedio giusto per la problematica specifica di un individuo, da assumersi nella posologia corretta per un tempo opportuno: è importante affidarsi sempre ad un esperto;
- Scegliere prodotti di qualità, dove la filiera sia controllata dalla coltivazione alla raccolta, dalla produzione alla commercializzazione;
- Avere un obiettivo chiaro: il rimedio factotum non esiste!