Dal XVI secolo si utilizza per intervenire su vari tipi di dolori e infiammazioni. Ecco l’arnica e le sue proprietà più diffuse
Sia in Europa sia in America si è iniziato già dal XVI secolo a utilizzare questa pianta per combattere infiammazione, dolore e gonfiore. L’arnica e le sue proprietà sono, infatti, diventate presto note a tutti: si va da un impegno per distorsioni e contusioni a un uso mirato per intervenire su ferite, punture d’insetti, fratture e persino malattie reumatiche. Da noi in Europa si preferisce utilizzare la varietà di Arnica montana, mentre negli Stati Uniti l’Arnica fulgens, l’Arnica sororia e l’Arnica cordifolia. La parte dell’arnica maggiormente impiegata in fitoterapia è quella delle infiorescenze che sprigionano un gradevole aroma e che, una volta raccolte, possono essere trasformate in preparazioni per uso locale, come i gel, le pomate o le creme oppure per uso orale e quindi in granuli, pastiglie o tintura madre. Ma che cosa è contenuto nelle infiorescenze per risultare così efficace? Le infiorescenze hanno al loro interno una ricca miscela di sostanze che è stata per anni oggetto di studi. Ecco, allora, i costituenti principali dell’arnica e le sue proprietà più note:- i lattoni sesquiterpenici dagli effetti antinfiammatori, antimicrobici, antireumatici, antiartritici, analgesici e stimolanti;
- i flavonoidi dalle caratteristiche antiossidanti e antinfiammatorie;
- le cumarine che attivano il microcircolo;
- gli alcoli triterpenici che svolgono un’azione antifungina e antimicrobica;
- i derivati dell’acido caffeico dall’azione antiossidante.
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